lunedì 27 febbraio 2012










NOZIONI DI IGIENE DELLO SPORT





L’igiene dello sport rientra nel grande capitolo della medicina preventiva cioè quella branca della medicina che ha lo scopo di garantire lo stato di salute del soggetto sportivo. Tale prevenzione sarà rivolta sia a ridurre il rischio di infortuni, sia alla riduzione di tutti quei rischi che andrò ad elencare, che si trovano in una attività sportiva.



I rischi connessi all’attività sportiva si possono classificare in 4 gruppi:



  1. Rischi connessi alle condizioni climatico-ambientali
  2. Rischi connessi algi orari di allenamento
  3. Rischi di contagio di malattie infettive
  4. Rischi connessi alle malattie febbrili



Per quel che riguarda i rischi connessi alle condizioni climatico-ambientali bisogna tener presenti 2 fattori legati all’ambiente che può essere caldo e umido o freddo. Nel caso di ambiente caldo-umido sappiamo che dato che il calore prodotto dall’attività fisica viene eliminato con l’evaporazione e se la temperatura ambientale è superiore a quella corporea, il meccanismo dell’evaporazione viene ridotto in presenza di umidità e quindi si può avere un rischio di ipertermia come crampi, nausea e fatica addirittura un colpo di calore cioè confusione mentale, disorientamento, ecc. Ciò si può prevenire grazie ad un adeguato abbigliamento e una adeguata idratazione.

In presenza di temperature basse invece, la dispersione di calore può portare ad un abbassamento della temperatura del corpo e quindi oltre ad influire inizialmente sull’attività fisica, può arrivare all’ipotermia se la temperatura corporea scende sotto i 35°. Va tenuto presente che ci sono comunque delle variabili individuali nella tolleranza al freddo cioè condizioni limite come la magrezza, la fatica e patologie pregresse e nel gioco del calcio raramente si presentano tali condizioni. Anche questo caso è risolvibile grazie ad un buon abbigliamento tecnico e ad una buona messa in azione.



I rischi connessi all’orario di allenamento hanno una notevole importanza soprattutto per il mantenimento dello stato di benessere e sono molto importanti le relazioni tra orario pasti e orario dell’allenamento che spesso (come nelle categorie dilettanti o giovanili) non sono conciliabili. Ricordiamo che l’attività fisica non andrebbe mai intrapresa prima che siano passate 3 ore dall’ultimo pasto e che tale pasto sia fornito principalmente di carboidrati.



Parlando di rischi di contagio di malattie infettive analizziamo innanzitutto i tipi di malattie che potrebbero in qualche modo avere una relazione con l’attività sportiva. L’AIDS o l’EPATITE ad esempio sappiamo che si trasmettono col sangue e per via sessuale e fortunatamente ad oggi sono stati riportati pochissimi casi di contagio durante la pratica sportiva. Tuttavia nel gioco del calcio ci sono delle misure particolari da adottare e che sono ovviamente tese ad evitare qualsiasi contatto col sangue: ad esempio l’uso di parastinchi, che proteggono le gambe che sono soggette a rischi traumatici, oppure se un giocatore perde visibilmente sangue viene allontanato dal campo per le cure del caso; non si utilizzano spugne o secchi ma solo materiale monouso, ecc.

Molto più frequente invece, soprattutto in età giovanile è la MONONUCLEOSI che è una malattie virale e si trasmette attraverso la saliva. Essa comporta febbre, mal di gola e malessere generale e dato che si trasmette tramite la saliva si dovrebbe evitare di bere dalla stessa borraccia o bottiglia. Tale malattia nella maggior parte dei casi si risolve in circa 2-4 settimane ed in caso di mononucleosi il ritorno alla pratica deve avvenire dopo almeno una settimana dalla scomparsa completa dei sintomi.

Poi abbiamo la MICOSI che non è  altro che un infezione cutanea prodotta dai miceti o funghi che si localizzano a livello dei piedi e che viene contratta generalmente per la mancanza di banali norme igieniche, come camminare scalzi nelle docce e nello spogliatoio o tramite scambi di accappatoi o asciugamani. Tale infezione è favorita anche dall’ambiente caldo-umido che si trova nella calzatura sportiva che è a contatto con la sudorazione e sarebbe buona norma usare dei prodotti antimicrobici.

E non dimentichiamo la MENINGITE la cui causa può essere infettiva (batteri, virus, miceti, parassiti).



Infine abbiamo i rischi legati alle malattie febbrili  che rappresentano la causa più comune di interruzione dell’attività fisica. Tra le forme più frequenti abbiamo l’influenza e le varie sindromi influenzali e le faringo-tonsilliti. Essenzialmente diciamo che l’influenza dev’essere combattuta solo se supera certe temperature tipo 38/38.5° con antipiretici o antiinfiammatori e il ritorno alla pratica dovrebbe avvenire dopo la completa risoluzione della malattia altrimenti si potrebbero aggravare alcuni organi o muscoli tra cui anche il cuore. Stesso discorso per le faringo-tonsilliti che si presentano in 2 forme: virali e batteriche. Nelle prime quasi sempre si usano antiinfiammatori mentre nelle forme batteriche ci vuole sempre riposo assoluto e trattamento antibiotico vanno attentamente valutate perché si possono avere complicanze anche a livello renale.

TESINA presentata all'esame finale del Corso UEFA B

MATERIA: Medicina dello Sport

DOCENTE: Dr. Mazzoleni Luigi

CORSISTA: Lacialamella Tommaso







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